PROGETTO

 

Nano cube nasce dal desiderio di ricreare un mini habitat ispirato all'aquascaping, in grado di "autogestirsi".

ossia in grado di funzionare senza l'ausilio di protocolli di fertilizzazione , impianti co2,  movimento di acqua o filtrazione alcuna.

Il sistema studiato ovviamente ha dei limiti e dei punti di forza su cui lavorare.

il principale limite sta nel tempo, ovvero, bisogna attendere i tempi di maturazione del terreno, la crescita dell'apparato radicale e una buona ,se non ottima colonizzazione batterica.

provare pertanto a trasferire i tempi "zen" legati al bonsai, agli acquari bonsai, cosi appunto, come vengono denominati dalla letteratura, "acquari bonsai" ; "palm size aquarium"  ; "nano scape"....

Parola chiave: "gestione minimale"

Vasche in vetro senza l’ausilio di siliconature della misura di 20x20x20cm; pico vasche 15x15x15cm.

        

 

L’allestimento non prevede l’utilizzo di filtraggio, impianto co2, protocolli di fertilizzazione.

Il progetto in principio ha previsto la realizzazione di una plafoniera specifica;

dotata di base di appoggio con struttura per la lampada a led di 6,8w 7000°k 680lumen led xcree bizeta light serie domino,realizzata in legno di quercia con stuccature e verniciata a smalto opaco nero impermeabile

 

        

Ho notato, che se da una parte il led aiuta molto per evitare il surriscaldamento della superficie, di contro in fase sommersa una lampada ad attacco pl(neon t8) o lampada t5, favoriscono l'attecchimento radicale,

probabilmente la concentrazione puntiforme del flusso luminoso emesso dai led, rallenta tale processo.

Inoltre la temperatura di coltivazione gioca un altrettanto importante ruolo nella velocità di crescita ; temperatura ideale della stanza dove verrà posizionato il cubo dovrà mantenersi attorno ai 22 fino ai 30°c (durante

la crescita in dsm)

Valutare pertanto l'utilizzo di lampade ad emissione come neon (pl t5 o t8) durante i periodi più freddi, in modo tale che il calore si propaghi al suolo.

sembra paradossale ma la stagione ideale per iniziare a realizzare un cubo è la primavera.

    

Durante la stagione calda è possibile posizionare e far crescere all'esterno il proprio nano cube, ponendo attenzione all'umidità, quindio evitare di posizionarlo alla luce diretta del sole, ed evitare che il substrato si

secchi(fondamentale il substrato deve essere sempre umido fin sopra la superficie).

Altra cosa importante le piante dovranno necessariamente provenire da coltura emersa o in cup(coltura in vitro)

 

FORMAZIONE SUBSTRATO

Il fondo rappresenta la vera parte fondamentale del piccolo ecosistema. Deve occupare almeno la metà del volume della vasca, deve essere composto da granulometrie differenti, per evitare zone anossiche,

deve essere ricco di micro/macro elementi, deve possedere e favorire una forte carica batterica per la trasformazione dei compostati azotati, deve infine favorire il radicamento delle piante.

COMPOSIZIONE (dallo strato più profondo a quello superficiale): ½ cup polvere di carbone, ½ cup batteri in polvere lapillo lavico miscelato a: HUMUS DI LOMBRICO, batteri, carbone, kiriu, torba da giardino,

tale substrato creato dovrà poi essere ricoperto da una terra allofana .

Di seguito alcuni marchi:

E'QUO terra nera; ADA aquasoil new amazonia,elos terra black, nature soil oliver knott, akadama setacciata.

ho trovato particolarmente utile e ottimo il prodotto "BIOSOIL" della linea Equo come sottofondo unico ,in quanto è costituito da una miscela di minerali, carbone e batteri liofilizzati, il tutto in polvere.

La composizione essendo ricca ti terra/humus, deve SEMPRE, NECESSARIAMENTE, essere ricoperta da un buon strato di terriccio allofano, quest’ultimo poiché ha delle componenti a carica negativa attira a se le

particelle in sospensione rendendo l’acqua cristallina.

Documentandomi e cercando di capire il perché queste piccole vasche non necessitino di filtraggio ed impianto di co2, ho trovato numerosi articoli a riguardo: la torba presente insieme all’humus

ha una buona capacità di scambio cationico (nel senso che trattiene i cationi e li mette a disposizione delle radici), fornisce carbonio organico a lenta cessione ai batteri presenti nel substrato mantenendo un potenziale

redox basso che favorisce la biodisponibilità degli oligoelementi. La CO2 verrà pertanto prodotta dal forte metabolismo batterico. Fondamentale è che il pH del substrato non sia basso (sotto il 6)

questo perché potrebbe creare garvi problemi di asfissia, con conseguente rilascio di una serie di sostanze nocive, rendendo l’assorbimento radicale quasi nullo; inoltre, si potrebbero creare delle risolubilizzazioni di

alcuni metalli pesanti presenti nel substarto a concentrazioni nocive, anche perché l’attività batterica abbassa di per se il valore del pH. Importante pertanto utilizzare substarti che non si compattino così da permettere

nella primissima fase di ambientamento un’idonea ossigenazione del fondo, tale da facilitare l’istaurarsi della flora batterica e l’attecchimento delle specie vegetali utilizzate. A tal proposito ho trovato fondamentale

l’utilizzo di terre allofane, le quali come accennato in precedenza, possedendo un elevato CEC trattengono l’ammonio e non solo, che si libera dal substrato, ma anche quello che viene prodotto in acqua

(ciò grazie anche al flusso di acqua mediato dalle radici delle piante, che dalla colonna di acqua si insinua nel substrato trasportando con se le sostanze presenti. Mentre la terra, miscelata al lapillo

(che di per se è ricco di micro) contiene ossidi di ferro, che sono in grado di trattenere fosfati ed altri anioni come il boro, molibdeno, ecc… togliendoli all’acqua e mettendoli a disposizione delle radici delle piante.

    

CONSIGLIO:

Ho notato che se si utilizzano piante in emersione, piantumate e fatte radicare nel substato, si avrà una crescita quasi doppia e la presenza di acqua più cristallina, dovuta al fatto che si crea un flusso di acqua

dalla colonna al substrato, con tutti i vantaggisopra elencati.

    

I composti ferrosi presenti nel KIRYU inoltre legano i composti dello zolfo, che si formano nelle zone più profonde del substrato. In pratica l’acqua non essendo fertilizzata, fa si che le piante tendano a rimanere basse

con andamento strisciante, questo perché il substarto essendo ricco, crea un gradiente di nutrienti che viene recepito dalle piante e lì pertanto vi si dirigono. Mi sono inoltre documentato sul perché durante la fase di

riempimento successiva al dry start non assisto a fenomeni di esplosioni algali: quando avviene il riempimento si assiste ad un cambio ovvio delle condizioni ambientali, i primi a reagire saranno i batteri avendo un

metabolismo semplice e veloce, ho letto poi (ma ciò è tutto da documentare), che i batteri denitrificando, eliminano azoto e assorbono il fosforo (con consumo di O2 e produzione di CO2); si comportano come dei

serbatoi naturali, che accumulano tali sostanze (di fatto competendo con le alghe), per poi rilasciarle molto lentamente. E proprio queste perturbazioni batteriche apporterebbero in colonna e nel substrato i prodotti di

alimentazione delle piante.

 

FORMAZIONE HARDSCAPE

l’estetica di queste piccole vasche gioca un ruolo fondamentale nella riuscita complessiva dei cubi, in quanto essendo molto piccole la parte che subito salta all’occhio è il layout stesso. All’interno di 20 cm è molto

difficile regolarsi sulla formazione della struttura, sia essa rocciosa che lignea

       

      

 

     

 

Consiglio pertanto di mantenersi sull’utilizzo di una singola pietra o un singolo legno che dovranno necessariamente essere selezionati in maniera oculata. Preferendo pietre di particolare morfologia e struttura, tali che

siano le piante a rendere risalto alla pietra e non viceversa. Solo cosi si potrà creare un insieme che sia gradevole. Inoltre a differenza dei grandi acquari, le dimensioni dell’hardscape vanno sproporzionate

; nel senso che si ha una maggiore rilevanza artistica se si utilizzano pietre eccessivamente grandi o legni molto lunghi, facendoli fuoriuscire dai vetri, dando cosi una percezione di continuità con l’esterno e non la reale

sensazione di miniatura, ma piuttosto di una piccola porzione facente parte di una vasca molto più grande! Poi ognuno è libero di realizzarsi lasciandosi guidare dal proprio senso artistico.

 

TECNICA “DSM” DRY START METHOD

 

La fase di allestimento e start up di un acquario è sempre molto delicata, in particolare se si tratta di piccole vasche. Ho trovato molto semplice e relativamente meno rischioso l’avviamento con la tecnica DSM.

    

 

Si tratta di piantumare e far crescere le piante in vasche umide, senza riempirle di acqua.

        

          

 

      

    

 

Dopo aver predisposto il substrato e realizzato l’hardscape, si procede con il riempimento totale della vasca attraverso l’acqua di rubinetto, questo viene fatto per riempire tutti gli strati del fondo

(in alcune parti si formeranno piccole camere d’aria), per bagnare il substrato e imbibirlo quindi di acqua e per ripulire da eventuali detriti prodotti da quest'ultimo.

    

 

Passata un’ora con la vasca piena di acqua si svuota completamente, (evitare di lasciare ristagni di acqua sopra il fondo), si posiziona la vasca in modo da porre in piano l’acqua che deve “riempire

il substrato” (solitamente basta mantenerla inclinata in base al dislivello del terreno). Infine si piantuma con pinzette fini.

    

 

Si mantiene sotto illuminazione per 8 ore al giorno:

la luce non deve essere eccessiva, troppa luce riscalda eccessivamente e inibisce la crescita (i led in questo senso ci vengono incontro).

Si possono a tal riguardo ,impostare due metodologie di gestione differenti, ciò in base al tipo di piante utilizzate:

          

 

1)Ricoprire il tutto con del cellophane e far in modo che all’interno della vasca ci sia una elevata umidità

  -tale metodo comporta dei rischi, quali il proliferare dei funghi e muffe, con il rapido deperimento delle piante-

     

     

    

    

    

2)Lasciare la vasca completamente aperta, con il livello di acqua di almeno un centimetro al di sotto del substrato.

        

 

   Tale metodo, ho notato, comporta meno rischi e meno problemi nella coltivazione durante il dsm, con l’unica differenza che una volta terminato il dsm, e riempita la vasca noteremo una quasi totale “morte      

   apparente” di tutte le vecchie foglie, cosa non grave , in quanto è il normale cambiamento della morfologia fogliare, le robuste radici, nel breve, daranno vita a nuove piantule perfettamente adattate alla vita 

   sommersa, questo periodo può durare dalle 2 alle 3 settimane..

        

Nel giro di un mese dal riempimento le piante saranno tutte nuove e ben adattate.attendere e proseguire per settimane, almeno finchè le piante non avranno occupato la maggior parte del substrato,

saranno sicuramente visibili le radici penetrate nel fondo.passatoi tale periodo si potrà procedere alla prima potatura.

 

CONSIGLIO:

Durante il DSM Mantenere il substrato umido e non bagnato, fare in modo che non si formino risacche di acqua. Favorendo uno strato di acqua di almeno mezzo cm al di sotto del substarto si permette una formazione

dell’apparato radicale più profondo

    

 

FASE DI RIEMPIMENTO:

Per la prima settimana sarebbe preferibile cambiare l’acqua almeno una volta ogni 2 giorni, l’ideale se si ha già un altro acquario è prelevare e cambiare l’acqua con quella dell’acquario gia maturo.

altrimenti consiglio l’utilizzo di acqua RO addizionata con i sali tali da ottenere i seguenti parametri chimici: (KH) 5-10°dKH, durezza tot (GH) 7-15°dGH, pH 6,8-7,2, nitrati 5-10mg/l, fosfati 0,2-2 ml/l,

temperatura 23-26°c, ferro 0,3-1 mg/l. Si può utilizzare eventualmente l’acqua di rubinetto tagliata con quella di osmosi. Essendo però ricca di cloro sarebbe preferibilie trattarla con un biocondizionatore,

inoltre è probabile che ci sia una elevata quantità di sodio, ciò dipende dalla rete idrica del comune di appartenenza.

        

        

 

     

 

    

 

    

 

    

 

Per i primi 6 mesi non ho riscontrato delle carenze specifiche se non in alcune piante più esigenti di nutrienti, quali staurogyne repens rotala rotundifolia e tutte le rosse in genere.

Passato tale periodo ho notato della clorosi nelle foglie dell’hemianthus callitrichoides e micranthemoides, necessitando pertanto di una piccola somministarzione di ferro.

    

 

Dalla quarta settimana sono necessari cambi di acqua pari al 50% ogni 4-5 giorni, sempre con le modalità sopra descritte. Durante le prime due settimane consiglio di non potare le piante,

ci sarà una prima fase di stasi vegetativa dovuta al fisiologico adattamento delle piante e alla formazione delle colonie batteriche in acqua. Passato tale periodo è opportuno eseguire una buona potatura delle piante

tale da ridare vigore e permettergli una crescita ottimale.

    

     

 

     

 

   

 

    

 

        

 

   

 

    

 

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 Autore Enrico Fortuna

 Itau Italy

 

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